100 giorni dai terremoti in Turchia e Siria

AgenPress. A 100 giorni dai terremoti in Turchia e Siria, i più letali nella loro storia recente, milioni di bambini e famiglie stanno lottando per ricostruire le proprie vite, con 2,5 milioni di bambini in Turchia e 3,7 milioni in Siria che hanno bisogno di assistenza umanitaria continuativa.

I due devastanti terremoti iniziali dello scorso 6 febbraio 2023, a cui sono susseguite migliaia di scosse di assestamento, hanno spinto milioni di famiglie al limite e lasciato bambini senza casa e senza accesso a servizi essenziali, compresa acqua sicura, istruzione e cure mediche e a maggiori rischi di protezione per i bambini vulnerabili.

“In seguito ai terremoti, i bambini in entrambi i paesi hanno subito perdite e lutti inimmaginabili,” ha dichiarato Catherine Russell, Direttore generale dell’UNICEF, che ha realizzato una missione in entrambi i paesi a poche settimane dai terremoti iniziali. “I terremoti hanno colpito aree in cui molte famiglie erano già incredibilmente vulnerabili. I bambini hanno perso famiglie e cari e visto le proprie case, scuole e comunità devastate e le loro intere vite sconvolte.”

Qualche settimana fa, l’Ambasciatrice UNICEF Alessandra Mastronardi ha realizzato una missione sul campo in Turchia accompagnata da una delegazione dell’UNICEF Italia con il Direttore generale Paolo Rozera e il Portavoce nazionale Andrea Iacomini per incontrare i bambini e le famiglie vittime dei terribili terremoti che hanno colpito il paese.

TURCHIA – Anche prima dei recenti terremoti, molte famiglie nelle aree colpite erano in difficoltà. Nelle regioni della Turchia, i tassi di povertà fra i bambini erano già alti, con circa il 40% delle famiglie che vivevano sotto la soglia di povertà, rispetto a circa il 32% a livello nazionale. Le stime mostrano che senza supporto sostenuto a livello locale e internazionale, compreso il trasferimento in denaro e l’accesso all’istruzione, questo dato potrebbe aumentare a oltre il 50%. Ad oggi, i bambini vulnerabili nelle aree duramente colpite sono esposti a minacce fra cui violenza, sono costretti a sposarsi o lavorare, a lasciare la scuola. L’istruzione di circa 4 milioni di bambini iscritti a scuola è stata interrotta, compresi più di 350.000 bambini rifugiati e migranti. Anche se negli ultimi anni la Turchia ha fatto progressi nel ridurre questi rischi, l’impatto dei terremoti potrebbe far regredire questo impegno.

SIRIA – In Siria, i bambini erano già in difficoltà dopo 12 anni di conflitto prolungato, che ha avuto un impatto su tutte le infrastrutture e i servizi pubblici. Le forti scosse di febbraio hanno aggravato la situazione, causando ulteriori danni a scuole, sanità e altre infrastrutture essenziali. I gravi danni alle infrastrutture idriche e fognarie hanno esposto 6,5 milioni di persone a un rischio elevato di malattie trasmesse dall’acqua, tra cui il colera. Si stima che 51.000 bambini sotto i 5 anni probabilmente soffrano di malnutrizione da moderata ad acuta grave e 76.000 donne in gravidanza e allattamento abbiano bisogno di cure per la malnutrizione acuta; circa 1,9 milioni di bambini hanno visto interrotta la propria istruzione, con molte scuole che ancora vengono utilizzate come rifugi. Negli ultimi 100 giorni, molti di loro stanno ancora vivendo in situazioni incredibilmente difficili, con lo stress accresciuto dall’ulteriore incertezza di non sapere quando dovranno spostarsi da un rifugio all’altro.

“La strada della ripresa è ancora lunga e le famiglie necessitano del nostro supporto continuativo”, ha proseguito Russell. “Le conseguenze di lungo termine, compresa la crescita dei prezzi del cibo e dell’energia insieme alla perdita di mezzi di sussistenza e accesso a servizi spingerà centinaia di migliaia di bambini in una povertà più profonda. Se non si dà priorità all’assistenza finanziaria e ai servizi essenziali per questi bambini e queste famiglie come parte del piano di recupero immediato e a lungo termine, i bambini rimarranno a maggior rischio di sfruttamento e abuso”.

L’UNICEF invita la comunità internazionale a dare priorità a una ripresa rapida incentrata sui bambini e a garantire che i bisogni dei bambini siano soddisfatti nell’ambito degli stanziamenti. È necessario investire negli sforzi di recupero, ponendo l’accento sulla ricostruzione di sistemi migliori, più resilienti e più inclusivi per i più emarginati.

Dopo il terremoto, l’UNICEF ha lavorato senza sosta per aumentare l’assistenza immediata alle comunità colpite, valutando l’impatto del disastro e sostenendo la riabilitazione delle infrastrutture danneggiate e il ripristino dei servizi di base. Tuttavia, è necessario un maggiore sostegno per affrontare la crisi in corso.

Per proteggere i diritti dei bambini e prevenire ulteriori deprivazioni, l’UNICEF chiede finanziamenti continuativi nelle aree principali, fra cui l’assistenza in denaro per le famiglie, l’accesso all’istruzione di qualità e accesso a supporto psicosociale. Questi investimenti aiuteranno le famiglie a uscire dalla povertà e prevenire le conseguenze negative come matrimoni precoci e lavoro minorile. Finanziamenti sostenuti per i programmi di salute, nutrizione, acqua e servizi igienici e sanitari sono fondamentali per assicurare la salute e il benessere dei bambini e ridurre il rischio di epidemie.

Per rispondere alle esigenze di vita di quasi 3 milioni di bambini colpiti dal terremoto in Siria, l’UNICEF chiede 172,7 milioni di dollari per attuare il suo Piano di risposta immediata al terremoto. Ad oggi sono stati ricevuti 78,1 milioni di dollari, ma la nutrizione, la salute e l’istruzione rimangono significativamente sottofinanziate.

In Turchia, l’UNICEF ha ancora bisogno di oltre 85,4 milioni di dollari su un appello di 196 milioni di dollari per fornire i servizi necessari ai bambini che ne hanno bisogno. Sebbene vi siano esigenze in tutti i settori, l’intervento di trasferimento di denaro umanitario è il più gravemente sottofinanziato.

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